La tendenza ultima dell’architettura contemporanea è la moda: mai come ora l’architettura è moda. Giocare liberamente con le forme, elaborare, alla base di architetture anche abbastanza banali, complesse teorie progettuali condite con slogan, per riempire di contenuti e argomenti ciò che di significato contiene molto poco. Una pura composizione formale che nulla ha a che vedere con le persone che la utilizzeranno.
Tuttavia gli edifici parlano, e parlano di argomenti che si possono facilmente comprendere. Possono parlare di disponibilità o arroganza, di accoglienza o di minaccia, di nostalgia del passato o di predisposizione al futuro. Perché gli architetti dovrebbero preoccuparsi di progettare edifici che comunichino particolari idee o sentimenti? Perché si può essere influenzati negativamente o positivamente da questi luoghi?
Perché vivere un edificio e cogliere i valori che comunica consente di affrontare l’aspetto estetico delle cose nel modo più giusto, collegandolo, così come deve essere, alle persone ed alle idee.
Mi piace, quindi, pensare all’architettura come ambiente per le persone, ad un’architettura non chiassosa, liberata da orpelli e forme stravaganti, non pensata per stupire o per emergere. Un’architettura silenziosa che rimane nella memoria delle persone, costruita per essere utilizzata. Un’architettura equilibrata, elegante, coerente. In poche parole ospitale. “Che è in grado di offrire un piacevole soggiorno perché munita dei requisiti e dei comfort necessari” .
Uno spazio architettonico può certamente condizionare l’ospitalità di un luogo. Ogni volta che ci sente accolti in un luogo, lo spazio architettonico attorno a noi è ospitale. Si prova una sensazione di disagio in uno spazio troppo buio o troppo luminoso, troppo caldo o troppo freddo, troppo duro o troppo morbido. Si potrebbe continuare per tante altre caratteristiche: il troppo, come la monotonia, condiziona in modo inequivocabile il senso dell’ospitalità di un’opera architettonica. Un edificio equilibrato chiede di essere differente: i suoi opposti sono percepibili in ogni momento e sono alla base della sua ricchezza e della sua semplicità.
La semplicità di un’opera architettonica è la condizione basilare per renderla elegante. Tuttavia per giudicare elegante un’opera architettonica non basta che sembri semplice: la sua semplicità deve essere conquistata e derivare dalla soluzione di un problema difficoltoso, di natura tecnica o progettuale che sia. Apprezziamo gli edifici che non ci sembrano indifferenti o negligenti; rimaniamo affascinati dagli edifici complessi risolti in modo elegante.
Quando gli edifici parlano non lo fanno mai con un’unica voce: hanno una natura complessa, fatta di opposti, di differenze, di contrasti. Una relazione coerente tra tutte le parti che entrano in gioco è ciò che ci permette di cogliere il messaggio definitivo senza interferenze. La coerenza architettonica non si limita ai singoli edifici, ma deve estendersi al rapporto tra un edificio ed il suo contesto, ambientale o temporale che sia.
Esistono luoghi e spazi che, vissuti temporaneamente per scelta o per necessità, hanno bisogno di un senso dell’ospitalità più spiccato di altrettanti luoghi o spazi che viviamo per periodi prolungati. Si pensi per esempio alle strutture sanitarie in tutte le loro declinazioni funzionali, od alle strutture estranee alla propria abitazione che si frequentano per periodi prolungati a causa di motivi di lavoro o studio. L’utente che vive questi spazi per un periodo più o meno lungo della propria esistenza deve riuscire a ricostruire nel nuovo spazio una differente dimensione di vita. L’equilibrio del nuovo spazio di vita, deve essere, se possibile più saldo del precedente.
Si pensi, invece, alle strutture alberghiere frequentate per lavoro o per turismo, oppure a certi spazi propri della città quali parchi o luoghi pubblici. L’utente che vive questi spazi, per scelta o per necessità, lo fa per periodo molto limitati nel tempo, che rendono difficoltoso l’appropriarsi dello spazio. L’eleganza dello spazio architettonico, la coerenza dell’insieme e dell’insieme con il contesto, aiutano a consolidare nella mente del fruitore l’immagine di quello spazio, il suo senso dell’ospitalità.
Il senso dell’ospitalità è proprio dell’oggetto architettonico ma riguarda, principalmente, le persone. Le pagine che seguono riguardano, principalmente, le persone.
EDITORIALE – Il senso dell’ospitalità2021-04-19T16:24:40+02:00